Quarant’anni fa l’agricoltura italiana viveva una brutta stagione. L’esodo dalle campagne degli anni ’60 aveva seppellito l’agricoltura familiare delle tante colture e dei piccoli allevamenti, l’agricoltura dell’autosufficienza alimentare e dell’economia di villaggio.
Un nuovo paesaggio agrario si stava disegnando, con sempre meno alberi in mezzo ai prati e con grandi distese di colture tutte uguali. L’aria delle cascine aveva smesso di odorare di letame per far posto a puzze chimiche di insetticidi e diserbanti.
Ci fu chi, in gran solitudine, scelse un’altra via, la vecchia.
Il Frutto Permesso nasce allora, vent’anni prima che il ciclo lento delle cose della terra diventasse una moda slow, dieci anni avanti al Chilometro zero.
La Cooperativa di Bibiana è stata una delle prime realtà dell’agricoltura biologica in Piemonte e in Europa. Rappresenta l’unione sinergica di una manciata di piccole aziende agricole della Val Pellice che, con la conduzione associata dei terreni, chiudono il ciclo “dalla terra al cibo” di una gran quantità di prodotti.
Il Frutto Permesso coltiva un centinaio di ettari tra frutteti, ortaggi, cereali e prati. Oltre alle varietà tradizionali ed alle nuove cultivar resistenti ai parassiti, Il Frutto Permesso è da sempre in prima fila nella tutela della biodiversità: ha propugnato la salvaguardia delle antiche mele presidio Slow Food come dei vecchi mais da polenta: il Pignulet e l’Ottofile. E ancora alleva, pazientemente, lo straordinario bue piemontese.
Ma il Frutto Permesso è anche laboratorio di multifunzionalità: è fattoria didattica che propone a grandi e piccini, soggiorni e laboratori sui temi della sostenibilità ambientale, del cibo e della produzione bio.
È, infine, proposta agrituristica completa e articolata: ospitalità in tre diverse aziende, ristorazione, e proposte di soggiorno alla scoperta di arte, natura e cultura all’ombra del Monviso.
Trasformazioni agroalimentari: dalla terra al vasetto
Il Frutto Permesso non fa cambiare di mano ai suoi molti prodotti che alleva e coltiva: li trasforma in tanti laboratori interni e, infine, li vende direttamente. Per chi sa cogliere.
Sin dalla sua nascita, la Cooperativa Il Frutto Permesso, ha voluto chiudere il ciclo recuperando allo spreco quei frutti e quelle verdure non perfette sotto l’aspetto estetico ma egualmente buone.
Sono nati col tempo tanti laboratori che trasformano direttamente i prodotti delle coltivazioni e degli allevamenti.
E così i suini e i bovini bio diventano carne fresca per la vendita diretta ma anche salami, prosciutti, coppe, pancette, ragù, porchette e tante specialità di alta gastronomia.
La frutta diventa spremuta, nettare, composta, sciroppato, confettura, sidro, aceto.
Dalle verdure, invece, nascono antipasti, sughi per la pasta, passata di pomodoro, minestre pronte…
E dalle erbe aromatiche, liquori e succhi funzionali.
I laboratori del Frutto Permesso sono anche a disposizione per eseguire trasformazioni conto terzi di frutta e verdura.